«La poesia non si sa cos'è, ma la si riconosce quando la si incontra per strada»
Jean l'Anselme
Jean l'Anselme
Scegliete un luogo di incontro che abbia spazio sufficiente a far sentire i ragazzi liberi e accolti: per esempio una grande aula oppure la stanza di una biblioteca.
Sistemate a terra un tappeto e qualche cuscino. Spostate tavoli e/o scaffali che possano limitare lo spazio e la visuale. Sui tavoli, anche se non sono al centro della stanza, poggiate dei libri, che saranno a disposizione dei partecipanti al laboratorio.
Una volta che i ragazzi si saranno seduti sui cuscini o sul tappeto, chiedete a tutti di presentarsi. A turno, ognuno dirà il proprio nome.
Finita la presentazione, sarà arrivato il momento giusto per domandare:
«COS’È PER VOI LA POESIA?»
È prevedibile che all’inizio ci sia un po’ di imbarazzo e di timidezza. Dunque, sarà utile aiutare la conversazione fornendo ai ragazzi un'indicazione di lavoro. Dite ai ragazzi:
«Scrivete una frase che cominci con: Per me la poesia è… e completatela con la prima cosa che vi viene in mente».
Per favorire la concentrazione, invitateli a pensare alla frase con gli occhi chiusi.
Fate anche voi questo piccolo esercizio di concentrazione: chiudete gli occhi e siate i primi a pronunciare la frase “Per me la poesia è …” completandola.
Sottolineate che si tratta di un esercizio molto semplice, molto naturale, e poi chiamate i ragazzi, uno alla volta, a pronunciare la loro frase, completandola con la prima cosa che gli viene alla mente.
Spiegate che, oltre a parole e frasi, sono ben accette altre soluzioni: suoni, parole inventate, smorfie perché, in poesia, nulla è gratuito o sciocco.
Ascoltate e fate parlare tutti e poi ricominciate il giro una seconda volta.
Finito il giro, in cui probabilmente nessuno avrà scritto nulla, prendete 4 fogli di carta da pacchi bianca e attaccateli alle pareti con dello scotch. Chiedete l’aiuto dei ragazzi per fissare i fogli.
Scrivete in alto, su ciascun foglio:
LA POESIA È…
Distribuite a ognuno dei partecipanti un pennarello di colore diverso.
Chiedete a ognuno di completare la frase con la definizione che preferisce e che non sarà, necessariamente, quella che hanno detto nel corso della conversazione.
Sono liberi anche i caratteri della scrittura: i ragazzi possono scrivere in corsivo, in maiuscolo, in minuscolo; possono tracciare caratteri molto grandi oppure piccoli. Come preferiscono.
Quando tutti avranno scritto, leggete insieme, a voce alta.
Non fate commenti né valutazioni. Quella “Poesia sul muro” vale e interessa per quello che è e per quello che dice.
Prima di congedare i ragazzi, leggete loro – come saluto – questa poesia:
Il poeta non è colui che dice io non ci sono per nessuno
Il poeta dice io ci sono per tutto il mondo
Non bussate prima di entrare
Voi siete già là
Chi bussa a voi bussa a me
Ne vedo di tutti i colori
Io ci sono per tutto il mondo*